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Topo domestico

Infestanti > Roditori

Il topo comune (Mus musculus) è un piccolo mammifero roditore della famiglia dei Muridi. Viene anche chiamato topo domestico, per differenziarlo dal topo selvatico (Apodemus sylvaticus).

Si tratta della specie di gran lunga più diffusa del genere Mus, rappresentato nel mondo da una quarantina di specie: il topo domestico si può infatti trovare comunemente in quasi tutti i paesi del mondo, spesso al fianco dell'uomo, che involontariamente gli procura vitto ed alloggio, ma non sempre in armonia con esso, in quanto i topi possono arrecare danni anche ingenti alle colture ed alle dispense di cibo, oltre a rendersi vettori di una serie di malattie, come la leishmaniosi.

Probabilmente originaria dell'Asia Centrale, la specie si è diffusa al fianco dell'uomo, tramite i commerci via terra e mare, praticamente in tutto il mondo.

Specie estremamente adattabile e spiccatamente sinantropa, il topo vive praticamente in qualsiasi luogo che gli offra un recesso in cui potersi nascondere e del cibo. Lo si trova perciò in ambienti urbani e suburbani, dove vive a qualsiasi altitudine, mentre è una presenza piuttosto rara nelle aree rurali in quota e negli ambienti boschivi. In generale, il topo manca in quei luoghi dove trova altri animali che gli fanno concorrenza, in quanto non è molto efficiente come specie antagonista, anche se in alcune aree di nuova colonizzazione (come Australia e Nuova Zelanda) i topi possono convivere senza eccessivi problemi con altre specie di roditore con abitudini similari.
Dimensioni

I topi hanno dimensioni adulte di una ventina di centimetri, di cui la metà o poco meno spetta alla coda: il peso invece oscilla fra i 10 ed i 25 grammi.

Aspetto


Il pelo è corto e lucente, di un colore che varia individualmente dal brunastro al nero. Esso ricopre interamente il corpo, fatta eccezione per zampe, orecchie, coda e punta del muso, che sono quasi del tutto glabre e di colore grigio-rosato.

Il corpo del topo è divisibile in tre parti:

La testa, dalla forma allungata, contiene la bocca (delimitata da due labbra) e gli organi sensoriali olfattivo, visuale e uditivo: gli occhi sono neri, lucidi e muniti di palpebre. Essendo l'animale di abitudini crepuscolari e notturne, non abbisogna della visione a colori e perciò si suppone che la sua vista sia in bianco e nero o solo leggermente a colori.

Sulla sommità del cranio si trovano le orecchie, che hanno padiglione glabro e membranaceo: il senso dell'udito nei topi è molto sviluppato, infatti essi possono udire frequenze fino ai 100 kHz e forse anche maggiori, quindi ben oltre la soglia degli ultrasuoni. Il topo è in grado di comunicare cosi suoi simili sia con suoni udibili all'orecchio umano (squittii), generalmente utilizzati per i richiami a lunghe distanze, sia con richiami ultrasonici, utilizzati nella comunicazione su breve distanza.
Sulla punta del muso si trovano le narici e l'organo di Jacobson, utilizzato dall'animale per individuare i feromoni, secreti dalle ghiandole prepuziali di ambo i sessi e rilasciati anche tramite le lacrime[10]. Sulla punta del muso sono site inoltre le sensibili vibrisse, che hanno funzione tattile e vengono utilizzate dall'animale anche per rendersi conto delle dimensioni degli anfratti nei quali si intrufola.

Il tronco, al quale si attaccano lateralmente due paia di zampe, mentre centralmente si trovano le mammelle e gli orifizi urinari, genitali ed anali. Esso è separato dalla testa da un collo ben distinguibile, nel quale, oltre al timo propriamente detto, si trova una seconda ghiandola con struttura e funzione simili, posta nei pressi della trachea.

Le zampe, tutte all'incirca della stessa lunghezza (un paio di centimetri, mentre nel topo selvatico le zampe posteriori sono ben più lunghe delle anteriori), sono divisibili a loro volta in tre segmenti:

La mano possiede 4 dita ben sviluppate e munite di artigli, un pollice molto corto e 5 callosità palmari: il piede possiede invece 5 dita, ben sviluppate e munite di artigli. Sui punti di appoggio si sono sviluppate delle callosità la cui disposizione varia a seconda dell'individuo.

Le mammelle sono presenti unicamente nelle femmine in numero di cinque paia, tre pettorali e due inguinali o pelviche.
Nella femmina, l'uretra si apre davanti alla vagina, che si apre a livello della vulva. L'ano è separato dalla vulva tramite un piccolo perineo. Nel maschio, invece, gli orifizi urinario e genitale sono confusi all'estremità del pene, normalmente nascosto in una piega cutanea, il prepuzio. I testicoli normalmente intra-addominali possono scendere nella cavità addominale ricoperti di un sacco cutaneo, lo scroto: l'ano è alla base della coda in ambedue i sessi.

La coda è lunga all'incirca quanto il tronco e la testa messi assieme: essa è ricoperta di scaglie cornee epidermiche disposte ad anelli, tra le quali si inseriscono alcuni piccoli peli.

Abitudini


Si tratta di animali attivi perlopiù dopo il tramonto: anche durante la notte, comunque, si tengono ben lontani dalle fonti di luce violenta. Durante il giorno, i topi riposano in tane poste in luoghi riparati e foderati con vari materiali, come cartone, stoffa ed erba. Il topo non va in letargo, a differenza di molti altri roditori: esso si adatta infatti molto bene ad ambienti freddi (purché vi sia disponibilità di cibo), al punto che se ne trovano popolazioni stabili anche all'interno di celle frigorifere.

Il topo è un animale socievole con gli animali della sua stessa specie; Tende a riconoscere i suoi simili in base alla costituzione genetica, agevolato dal fatto che i geni inseriti nel complesso di istocompatibilità sono decisivi sull'odore emesso dal corpo del topo. Quindi i topi con lo stesso odore, tendenzialmente, sono appartenenti alla stessa famiglia. I ricercatori della Università della Florida hanno scoperto che le femmine cercano di accoppiarsi con maschi aventi odori diversi dal loro e tendono a costituire nidi in comune con femmine aventi lo stesso odore, quindi con eventuali sorelle. In ogni caso, i maschi sono territoriali e tendono a definirsi un proprio spazio all'interno del quale dominano su varie femmine e cuccioli: dei maschi dominanti tenuti in uno spazio angusto (come una gabbia), anche se cresciuti insieme e vissuti l'uno nei pressi dell'altro (ad esempio in territori limitrofi), non tarderanno a dare segnali di aggressività ed a cominciare a combattere fra loro. Per segnalare la propria presenza ed evitare quindi episodi di intolleranza, i topi si affidano a segnali olfattivi, principalmente alla marcatura del proprio territorio con urina e feci. Queste ultime, lunghe circa 3 mm e di colore nero, infatti, sono il segnale visibile anche all'occhio umano della presenza di topi nell'ambiente, mentre l'urina (in particolare quella dei maschi) ha un forte odore dovuto alla presenza di numerosi composti chimici e di feromoni.

Il topo si muove sulle quattro zampe con passo veloce, che copre all'incirca 4,5 cm: i topi sono in grado di compiere salti di una quarantina di centimetri di lunghezza. Quando tuttavia l'animale è impegnato a mangiare, combattere o ad orientarsi in un territorio sconosciuto, non è infrequente che si erga sulle zampe posteriori, utilizzando la coda per bilanciarsi. La coda viene utilizzata per tenersi in equilibrio anche durante il salto e la corsa.

Alimentazione


Si tratta di animali tendenzialmente onnivori: mangiano perlopiù prodotti di origine vegetale, ma all'occorrenza non disdegnano carne e latticini. Si rivela infondata la credenza popolare secondo la quale il topo sarebbe un animale ghiotto di formaggio.
Il topo ricava l'acqua di cui necessita per la massima parte dal cibo: in ogni caso necessita anch'esso di bere ogni tanto. Per integrare la propria dieta, non esita infine a praticare la coprofagia.

Riproduzione


I topi sono in grado di riprodursi durante tutto l'anno: nel caso in cui il cibo sia disponibile con continuità, la femmina può partorire e rimanere nuovamente gravida praticamente in continuazione, con un massimo di quindici parti annuali. Il ciclo estrale delle femmina dura circa 5 giorni, mentre l'estro vero e proprio dura una ventina d'ore. Quando numerose femmine vengono costrette a vivere assieme, tuttavia, esse tendono a non andare mai in estro, mentre se vengono messe in contatto con l'urina di un maschio, l'estro sopraggiunge dopo tre giorni.

Per accoppiarsi con la femmina, il maschio la corteggia emettendo richiami ultrasonici su frequenze che vanno dai 30 ai 110 kHz, e nel frattempo seguendola ed annusandola insistentemente. Il maschio, comunque, emette tali richiami anche durante e dopo l'accoppiamento, anzi alcuni soggetti possono emettere richiami del genere anche solo annusando dei feromoni femminili. Per la loro complessità e per il fatto che la tonalità e la complessità di tali versi variano da individuo a individuo, questi richiami sono stati accostati alle melodie degli uccelli.
Anche le femmine sono in grado di emettere richiami ultrasonici, tuttavia raramente lo fanno.

Dopo l'accoppiamento, la femmina sviluppa un tappo vaginale che persiste per un giorno e le impedisce di essere montata da altri maschi. La gestazione dura all'incirca tre settimane, al termine delle quali vengono dati alla luce un numero di cuccioli che varia fra i 3 ed i 14. La femmina li accudisce in solitudine, tendendo ad allontanare i maschi per evitare episodi di cannibalismo.

I cuccioli alla nascita sono ciechi e nudi: il pelo comincia a crescere a tre giorni di vita, mentre gli occhi vengono aperti a due settimane. Attorno al mese d'età (6 settimane per le femmine ed 8 per i maschi), essi sono in grado di cominciare a riprodursi, anche se sia gli uni che le altre possono cominciare ad accoppiarsi già a partire dalle 5 settimane di vita.

La speranza di vita dei topi in natura è solitamente inferiore all'anno, a causa delle perdite consistenti dovute alla predazione ed agli ambienti difficili nei quali la specie si trova spesso e volentieri a vivere. In ambienti sicuri, tuttavia, un topo vive mediamente tre anni: nell'ambito del Methuselah Mouse Prize sono stati presentati topi con longevità assai più elevate, grazie a modificazioni genetiche e trattamenti farmacologici (l'attuale detentore del record è vissuto 1819 giorni).

Un po di storia


La storia dei topi è da sempre stata indissolubilmente legata a quella dell'uomo. Originari dell'Asia, la loro presenza è tuttavia attestata nel bacino mediterraneo già nell'8000 aC, anche se essi tardarono a diffondersi nel resto d'Europa, dove li si trova solo a partire dal 1000 aC: in seguito, coi commerci e le varie campagne di conquista in tutto il mondo, il topo ha esteso il proprio areale praticamente in qualsiasi parte del globo, anche sulle isole più remote.
Proprio grazie ai topi, si è potuta tracciare una mappa dei primi spostamenti effettuati dagli uomini e rimasti sconosciuti in quanto svoltisi in periodi in cui non si conosceva ancora la scrittura: ad esempio, in base ad esami filogenetici delle popolazioni di topo danesi e di quelle dell'isola di Madeira, nell'Oceano Atlantico, è emersa un antico quanto del tutto insospettabile legame fra queste, segno di una antica presenza umana nella zona.

Il topo non è però sempre un coinquilino innocuo: spesso, infatti, pur rivelandosi assai meno dannosi rispetto ai ratti, i topi causano danni ingenti alle riserve di cibo e trasmettono varie malattie. Si ritiene che proprio per tenere lontani questi roditori l'uomo abbia dato il via all'addomesticamento del gatto.
Nelle aree in cui si è stabilito, inoltre, spesso il topo ha prosperato a discapito delle specie già presenti, divenendo in alcuni casi un vero e proprio flagello.

Parallelamente alla lotta senza quartiere, tuttavia, il topo è stato anche tenuto in cattività come animale domestico: già a partire dal 1100 a.C. si hanno notizie di topolini domestici in Cina.
Attualmente, si tende a selezionare i topi domestici in tre lineamenti separati:
- uno comprendente i topi "da compagnia", selezionati in una varietà di colori e fogge del pelo, oltre che in base alla mitezza del temperamento;
- uno comprendente i topi da utilizzare come cibo vivo per altri animali tenuti in cattività, fra cui varie specie di rettili ed artropodi. Generalmente questi topi sono monocromatici (se non albini) e dal temperamento mite, poiché in caso contrario potrebbero ferire anche seriamente gli animali a cui sono destinati come preda;
- la terza linea di topi selezionati sono quelli utilizzati come cavie da laboratorio. I topi, infatti, sono organismi modello: grazie alla facilità e velocità con la quale si riproducono, alle piccole dimensioni, al ciclo vitale molto veloce ed alla frugalità, si dimostrano utili nello studio di numerose discipline (oncologia, embriologia, genetica, tossicologia, farmacologia etc.), tanto più che essi presentano una forte omologia con l'uomo. Il genoma del topo, infatti, venne sequenziato completamente verso la fine del 2002: la sua parte aploide misura circa 3000 megabasi (più o meno come quella umana) ed è distribuita su 20 cromosomi. Tuttavia, è difficile fare una conta attendibile dei geni contenuti nel genoma del topo: una stima recente (che poi è quella attualmente accettata dalla maggior parte degli studiosi) parla di 23.786 geni, contro i 23.686 dell'uomo. Virtualmente, ciascun gene di topo trova un omologo nel genoma umano, il che permette di effettuare su di essi esperimenti che risulterebbero eticamente discutibili se effettuati sull'uomo

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