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Numero Verde
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Come riconoscerla

La processionaria del pino è un lepidottero, appartenente alla famiglia dei Taumetopeidi, specie T. pityocampa. Il nome volgare nasce dalla tipica abitudine delle larve di spostarsi in rigorosa fila indiana, formando una sorta di “processione”.
Le larve defogliatrici della processionaria del pino attaccano principalmente gli alberi di pino, ma anche larici o abeti. Su questi alberi formano degli inconfondibili e voluminosi nidi, che ad un occhio attento ne rendono facile il riconoscimento.
Le larve, della misura di circa 30-40 mm. allo stadio adulto sono pelose, con la testa di color nero ed il corpo grigiastro sul dorso. Inoltre hanno delle sfumature ocracee sul ventre. Il dorso presenta un folto manto di peli rosso-brunastri che fanno assumere alla larva una colorazione rossastro-rugginosa.
Le farfalle adulte della processionaria, con circa 30/40 mm di apertura alare, hanno le ali di colore grigiastro. Inoltre presentano striature trasversali brunastre, simili alla corteccia delle piante che attaccano e sulle quali si mimetizzano molto bene.
Ciclo biologico

Le larve di processionaria del pino costruiscono i loro nidi, solitamente, sulla punta degli alberi, o in intersezioni di rami laterali. Da lì escono all’inizio della primavera, iniziando a nutrirsi delle foglie. Le larve sono mature di solito verso la fine del mese di maggio, quando scendono dalle piante lungo il tronco. Si muovono in tipiche processioni e si spostano sul terreno dove si interrano a qualche cm di profondità. Poi si incrisalidano mantenendosi a breve distanza dalle piante che attaccano.
A seconda della zona le larve di processionaria si trasformano in farfalle dall’inizio dell’estate fino a tutto il mese di luglio. In questo periodo, poi, inizia l’accoppiamento e la fase di ovideposizione. Le giovani larve, in agosto, iniziano l’attività dannosa sulle foglie dell’albero e costruiscono dei nidi più leggeri. Alla fine dell’estate, con l’approssimarsi del periodo freddo, iniziano poi a costruire dei nidi più compatti. All’interno di questi sverneranno fino a primavera.
Dunque la processionaria del pino compie una sola generazione all’anno.

Danni provocati all’uomo

Le larve della processionaria del pino necessitano di particolare attenzione anche per i danni diretti che possono provocare nell’uomo. I peli che ricoprono la parte superiore della larva, infatti, sono altamente urticanti poiché contengono istamina, una sostanza molto velenosa. Vengono rilasciati dalle larve stesse come difesa. In genere si distaccano sotto l’azione del vento, oppure possono cadere dai nidi. Visto che parliamo soprattutto di pini, abeti, larici, cioè alberi che possiamo incontrare nei parchi o nei boschi durante una passeggiata, la lotta alla processionaria è resa obbligatoria per legge da parte delle varie amministrazioni pubbliche.
I peli della processionaria del pino hanno una particolare forma microscopica ad uncino e aderiscono molto bene alla zona epidermica. Le reazioni sull’uomo sono diverse a seconda dell’entità e della zona colpita. Possono variare dalla forte reazione allergica allo shock anafilattico!
In caso di contatto con la pelle si ha una forte eruzione cutanea. Questa facilmente si estende non solo alla parte direttamente colpita, ma anche al resto del corpo, attraverso lo sfregamento e il sudore.
Se invece vengono inalati vi è un’irritazione delle vie respiratorie, con conseguenti difficoltà dovute al broncospasmo.
In caso di ingestione vi è un’infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino, con vomito e dolore addominale.
In caso di contatto con gli occhi si sviluppa velocemente una congiuntivite. Se il contatto è grave ci può essere una progressione in cecità.

Danni provocati agli alberi

La processionaria del pino produce danni quando si trova allo stadio larvale. Le farfalle adulte, benché fastidiose, non provocano problemi diretti. Sugli alberi il danno è differente a seconda dell’età della larva, e può essere di diversa intensità.
Le larve giovani, quelle che si formano nel periodo estivo, attaccano le foglie, che sono ad aghi. Tutto ciò che ne resta dopo il loro attacco è un filo corrispondente alla nervatura centrale dell’ago del pino. Successivamente questo necrotizza e dissecca e viene utilizzato dalle larve per rinforzare il nido.
Le larve adulte, quelle svernanti, sono ancora più dannose in quanto mangiano completamente le foglie, con tutti gli aghi. Provocano effetti disastrosi se l’attacco è massiccio. Inoltre, se l’attacco è perpetuato negli anni, il destino dell’albero è il disseccamento totale, e quindi la morte.

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