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La zanzara tigre e la chikungunya




La Chikungunya è una malattia di origine virale, causata da un virus della famiglia delle Togaviridae, trasmessa tramite le punture della Zanzara Tigre. Bacino endemico della malattia sono diverse zone tropicali dell’Asia e dell’Africa.
Nelle ultime settimane di agosto 2007, la Chikungunya è stata notificata anche in alcune frazioni dell’Emilia-Romagna, in particolare nella provincia di Ravenna.

Sintomi e quadro clinico

La Chikungunya è una malattia tropicale, che in molte zone convive con la Dengue. Data una certa somiglianza dei sintomi, non è sempre facile distinguere le due malattie.
Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifestano sintomi simili a quelli dell’influenza, con febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti dolori articolari (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa "ciò che curva" o "contorce"), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni che consentano di non sentire il dolore. In alcuni casi, si può sviluppare anche una eruzione cutanea pruriginosa. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, anche se i dolori articolari possono persistere anche per mesi.
Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (anche se non così gravi come nella Dengue) entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini.
In rarissimi casi la Chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani che presentano già altre patologie di base.

Vettori e agente responsabile

Un importante vettore dell’infezione virale è Aedes albopictus, comunemente chiamata Zanzara Tigre, presente anche nei centri abitati del nostro paese. Aedes è considerata il vettore della diffusione di questo virus nelle isole dell’area indiana. Inoltre anche varie specie del genere Culex (le comuni zanzare notturne) sono state indicate come potenziali vettori per questo agente virale


Storia

Il termine chikungunya, in makonde, significa "ciò che curva" o "contorce" e fu impiegato durante un'epidemia in Tanzania nel 1952, a causa delle limitazioni articolari dovute alle importanti artralgie che caratterizzano la malattia. Probabilmente, si era già avuta un'epidemia di chikungunya in Indonesia nel 1779. Da allora il virus è stato riconosciuto come responsabile di alcune epidemie in Asia ed Africa. Nel gennaio 2006 si è registrata un'epidemia nell'isola di Reunion, nell'Oceano Indiano.

La prima epidemia in Italia

Nel mese di luglio del 2007 il Ministero della Salute italiano dirama un comunicato che conferma un'epidemia di Chikungunya (la prima sul suolo europeo dall'individuazione del virus) nei paesi di Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna (ambedue in provincia di Ravenna) e Bordighera. 130 i casi accertati, fra questi un anziano è deceduto, dopo un ricovero all'ospedale di Ravenna, con i sintomi ascrivibili alla malattia, ma non strettamente riconducibile al virus. Le prove di laboratorio hanno permesso di stabilire con certezza che si è trattato di Chikungunya trasmessa da Aedes albopictus, volgarmente conosciuta come zanzara tigre (vedi nei collegamenti esterni la documentazione a cura della Regione Emilia-Romagna). Responsabile della diffusione dell'infezione un immigrato indiano che in quel periodo si trovava nella zona dopo avere contratto la malattia nel suo paese natale. Tuttavia, il personale sanitario non esclude l'ipotesi che alcuni casi possano essersi diffusi per contagio interumano, in quanto un piccolo numero di contagiati aveva riferito di non avere subito (o quanto meno avvertito) punture della temibile zanzara.

Epidemiologia

Il virus si trova in Africa, nelle isole dell'Oceano Indiano e nel Sud Est asiatico, fino alle Filippine e all'Indonesia.
Modalità di trasmissione
Il virus nelle epidemie urbane è trasmesso da zanzare della specie Aedes aegypti, la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue, da varie specie del genere Culex ma, soprattutto, dall'Aedes albopictus (comunemente denominata Zanzara Tigre). Nell'epidemie silvestri africane è trasmesso da Aedes africanus e da specie del genere Mansonia. Il ciclo silvestre è mantenuto da cercopitechi e babbuini. Non si esclude a priori la possibilità di un contagio interumano (per via aerea, per contatto con fluidi organici...) specialmente tra soggetti che restano in prolungato contatto con malati. In effetti, l'epidemia avvenuta negli anni scorsi alla Réunion ha veduto in alcuni momenti un aumento di casi troppo elevato per essere imputato soltanto alla aggressività delle zanzare tigre.
Il periodo di incubazione è di 2-4 giorni circa. La malattia ha un andamento tipicamente bifasico.
   * Nella prima fase, che dura dai 6 ai 10 giorni, si hanno febbre, cefalea e importanti artralgie, che limitano molto i movimenti: i pazienti tendono a rimanere assolutamente immobili, in posizione antalgica. La febbre si risolve dopo 4 giorni.
   * La seconda fase di 2-3 giorni è caratterizzata dalla comparsa di un esantema maculopapulare pruriginoso su tutto il corpo e dalla ricomparsa della febbre. Occasionalmente in questa fase possono aversi manifestazioni neurologiche, soprattutto nei bimbi piccoli (convulsioni), ma nel complesso CHIK è poco o per nulla neurotropo. Raramente possono aversi miocardite e scompenso cardiaco acuto. Le rare complicanze emorragiche si registrano nelle epidemie asiatiche, ma non sono mai gravi come nella dengue: possono comparire petecchie, ma mai importanti sanguinamenti. La malattia si risolve spontaneamente, ma i dolori articolari possono persistere per mesi.
Diagnosi
La diagnosi è sospettata sulla base dell'anamnesi: malattia febbrile e artralgie in pazienti di ritorno da Africa o da Asia in concomitanza di un'epidemia.
Lotta al vettore
Per evitare la puntura delle zanzare si consiglia di vestirsi evitando i colori scuri, in particolare il blu "Napoleone", coprendosi il più possibile, e di usare spray e sostanze repellenti per gli insetti sulla pelle esposta. La lotta alle zanzare, in ambiente urbano, si basa sul controllo delle acque stagnanti, allo scopo di ucciderne le larve.
E’ importante ricordare che alcune zanzare vettori di questa malattia, come appunto la Zanzara Tigre, non sono attive solo al buio, nelle ore serali, ma anche durante il giorno.
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, si raccomanda ai viaggiatori di rientro da un viaggio in una zona in cui è presente la malattia di segnalare al proprio medico, o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti, i Paesi in cui si sono recati.

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